Come tutti sapete, lo Stato ha da qualche tempo introdotto degli incentivi fiscali su affitti e mutui sulla prima casa. Ora però con la circolare n. 5/E, emessa dall’Agenzia delle Entrate il 7 marzo 2024, si forniscono dei chiarimenti in merito, e ci sono delle novità per quello che riguarda i redditi da lavoro dipendente.

Una circolare che va ad inserirsi in quello che riguarda un contesto di welfare aziendale, e la sua applicazione si estende anche alle detrazioni, appunto, su mutui e affitti.

Tra le novità più importanti c’è sicuramente l’esenzione fiscale per somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro ai dipendenti per ciò che riguarda utenze domestiche, affitti e mutui sulla prima casa. Incentivi utili a migliorare il tenore di vita dei lavoratori.

Un’opportunità non da poco per chi sta cercando di acquistare o vendere un immobile, affidandosi ad un’agenzia immobiliare seria. Chiedete quindi informazioni all’agente per capire se potete rientrare tra i beneficiari.

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Cosa si intende per prima casa

Ma cosa si intende effettivamente per “prima casa”? Viene così definita “l’abitazione principale del lavoratore dipendente, del suo coniuge o dei suoi familiari”. Una definizione che aiuta ad orientarsi nel mondo delle detrazioni fiscali. Per prima casa intendiamo quindi l’abitazione dove si svolge la quotidianità del lavoratore.

Tutte le spese che riguardano tale abitazione sono interessate da possibili agevolazioni fiscali, e nello specifico quelle legate ad interessi passivi su affitti e mutui sulla prima casa appunto

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Quali sono le spese ammissibili per le detrazioni su affitti e mutui sulla prima casa

In questi casi rientrano tra le spese oggetto di detrazione fiscale due grandi categorie:

  • Spese per gli affitti: canoni di locazione documentati tramite contratto registrato e pagati nel corso dell’anno fiscale;
  • Spese per mutui: interessi passivi su Mutui per acquisto dell’abitazione principale.

Queste spese devono essere sostenute dal lavoratore dipendente, dal coniuge o dai familiari e devono riguardare immobili a uso abitativo e posseduti sulla base di idoneo titolo.

Per alleggerire il carico fiscale sui lavoratori, la normativa prevede la detraibilità delle spese, incentivando nello stesso tempo l’accesso alla prima casa.

Come richiedere il rimborso

Tutte queste spese sono rimborsabili entro i limiti stabiliti dalla legge, anche se il mutuo o il contratto di locazione siano intestati ad un familiare (coniuge o altro familiare). Importante è che l’immobile sia effettivamente abitazione principale del lavoratore.

Si precisa che accedere ai benefit su affitti e mutui sulla prima casa blocca in automatico la fruizione di altre agevolazioni sui medesimi costi.

L’Agenzia delle Entrate infatti specifica che: “resta fermo che in relazione alle spese rimborsate ai sensi della norma in commento, il contribuente non potrà beneficiare delle agevolazioni previste per le medesime spese quali, ad esempio, la detrazione prevista, per l’abitazione principale, degli interessi passivi per mutui o dei canoni di locazione, in quanto queste ultime, poiché oggetto di rimborso, non possono essere considerate effettivamente sostenute.”

 

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