Come tutti sapete, lo Stato ha da qualche tempo introdotto degli incentivi fiscali su affitti e mutui sulla prima casa. Ora però con la circolare n. 5/E, emessa dall’Agenzia delle Entrate il 7 marzo 2024, si forniscono dei chiarimenti in merito, e ci sono delle novità per quello che riguarda i redditi da lavoro dipendente.

Una circolare che va ad inserirsi in quello che riguarda un contesto di welfare aziendale, e la sua applicazione si estende anche alle detrazioni, appunto, su mutui e affitti.

Tra le novità più importanti c’è sicuramente l’esenzione fiscale per somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro ai dipendenti per ciò che riguarda utenze domestiche, affitti e mutui sulla prima casa. Incentivi utili a migliorare il tenore di vita dei lavoratori.

Un’opportunità non da poco per chi sta cercando di acquistare o vendere un immobile, affidandosi ad un’agenzia immobiliare seria. Chiedete quindi informazioni all’agente per capire se potete rientrare tra i beneficiari.

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Cosa si intende per prima casa

Ma cosa si intende effettivamente per “prima casa”? Viene così definita “l’abitazione principale del lavoratore dipendente, del suo coniuge o dei suoi familiari”. Una definizione che aiuta ad orientarsi nel mondo delle detrazioni fiscali. Per prima casa intendiamo quindi l’abitazione dove si svolge la quotidianità del lavoratore.

Tutte le spese che riguardano tale abitazione sono interessate da possibili agevolazioni fiscali, e nello specifico quelle legate ad interessi passivi su affitti e mutui sulla prima casa appunto

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Quali sono le spese ammissibili per le detrazioni su affitti e mutui sulla prima casa

In questi casi rientrano tra le spese oggetto di detrazione fiscale due grandi categorie:

  • Spese per gli affitti: canoni di locazione documentati tramite contratto registrato e pagati nel corso dell’anno fiscale;
  • Spese per mutui: interessi passivi su Mutui per acquisto dell’abitazione principale.

Queste spese devono essere sostenute dal lavoratore dipendente, dal coniuge o dai familiari e devono riguardare immobili a uso abitativo e posseduti sulla base di idoneo titolo.

Per alleggerire il carico fiscale sui lavoratori, la normativa prevede la detraibilità delle spese, incentivando nello stesso tempo l’accesso alla prima casa.

Come richiedere il rimborso

Tutte queste spese sono rimborsabili entro i limiti stabiliti dalla legge, anche se il mutuo o il contratto di locazione siano intestati ad un familiare (coniuge o altro familiare). Importante è che l’immobile sia effettivamente abitazione principale del lavoratore.

Si precisa che accedere ai benefit su affitti e mutui sulla prima casa blocca in automatico la fruizione di altre agevolazioni sui medesimi costi.

L’Agenzia delle Entrate infatti specifica che: “resta fermo che in relazione alle spese rimborsate ai sensi della norma in commento, il contribuente non potrà beneficiare delle agevolazioni previste per le medesime spese quali, ad esempio, la detrazione prevista, per l’abitazione principale, degli interessi passivi per mutui o dei canoni di locazione, in quanto queste ultime, poiché oggetto di rimborso, non possono essere considerate effettivamente sostenute.”

 

Da un po’ di tempo a questa parte sta prendendo sempre più piede il concetto di casa chiavi in mano, una soluzione che prevede la vendita di abitazioni che sono pronte all’uso. Una soluzione ottima sia per chi deve acquistare l’immobile che per chi deve venderlo.

Un’abitazione chiavi in mano è quindi un’abitazione che è abitabile da subito, e per la quale sono già stati fatti e terminati i passaggi precedenti (dalla ristrutturazione ai permessi comunali), che vengono esplicati dal costruttore o dal venditore.

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Casa chiavi in mano: cosa significa?

La casa chiavi in mano è una soluzione che viene proposta spesso dalle agenzie immobiliari, quando l’acquirente può sin da subito entrare ad abitarla, già lo stesso giorno della firma del rogito. Solitamente si usa questo termine per le nuove costruzioni, nel senso che sia a livello impiantistico che strutturale non ci sono lavori da fare e la casa ha già gli arredi e gli elettrodomestici.

Ma in alcuni casi questo termine si usa anche per la vendita tra privati, quando essi decidono autonomamente di procedere a ristrutturare l’immobile prima di venderlo, così il suo valore sul mercato aumenta.

Nella soluzione casa chiavi in mano il costruttore o il proprietario si occupa di tutti i lavori:

  • Progettazione e/o ristrutturazione
  • Implementazione o rinnovamento dell’impiantistica
  • Adeguamento alle normative e all’efficientamento energetico
  • Permessi di costruzione e ristrutturazione

Di solito per questa soluzione l’arredo e gli elettrodomestici sono inclusi, anche se spesso dipende dagli accordi presi con l’acquirente, che in molti casi decide di arredare casa da solo.

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I vari tipi di casa chiavi in mano

L’agente immobiliare potrà proporvi varie tipologie di case con la soluzione chiavi in mano:

  • Case prefabbricate: l’accordo prevede l’inserimento dei permessi, dei lavori preliminari, la costruzione dell’immobile, allacci alle forniture, arredi ed elettrodomestici
  • Case in bioedilizia: comprendono analisi di fattibilità, ricerca materiali, studio per lavori di abbattimento emissioni, permessi, impiantistica, arredo ed elettrodomestici
  • Case in legno: comprendono esattamente gli stessi elementi delle precedenti

 

Lo sapevate che le case italiane fanno gola agli stranieri? Sì è così, visto che la Storia e gli ambienti straordinari che si respirano in Italia non hanno eguali. Ecco perché se avete deciso di vendere la vostra casa, una soluzione potrebbe essere quella di provare a venderla all’estero.

Certo, vendere casa all’estero richiede qualche attenzione in più ed alcune accortezze che però vogliamo svelarvi in questo articolo, ricordandovi sempre che affidarvi ad un agente immobiliare con la giusta esperienza vi garantirà il successo dell’operazione.

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Il fascino italiano

Vendere casa all’stero vuol dire affacciarsi su mercati nuovi e su acquirenti stranieri, per cui capire bene cosa cercano dall’estero e da cosa sono affascinati. Il lusso certamente, ma anche seconde case dove passare le vacanze. Non solo turismo ma anche luogo ideale per invecchiare o fare un investimento.

L’Italia è da sempre attraente per i paesaggi, il clima e la buona cucina e anche per un mercato immobiliare che regala prezzi contenuti, offerta ampia e variegata e case da scegliere tra città, campagna e mare.

Vendere casa all’estero: ecco come fare

Per prima cosa, come detto, bisogna affidarsi a professionisti o agenzie immobiliari serie e del settore, visto che molto spesso avvengono raggiri e truffe in questo settore. Ricordate sempre che i clienti stranieri sono molto esigenti, vogliono il meglio. Per vendere casa all’estero bisogna ricordarsi alcune cose fondamentali

La valutazione dell’immobile

Occorre stabilire un prezzo che sia sì competitivo ma anche realistico. Mai sovrastimare il valore della casa o affidarsi a parametri che non sono oggettivi. Chiedete sempre una valutazione professionale di un esperto. Immobiliare Serini, ad esempio, continua ad aggiornarsi con corsi specifici, conosce il mercato di riferimento grazie ai tanti anni di esperienza.

La documentazione

Gli agenti immobiliari seri vi chiederanno tutta una serie di documenti fondamentali, che dovranno essere tradotti. Assicuratevi che l’immobile sia libero da ipoteche e fate attenzione alle norme applicate nel Paese nel quale si vuole vendere.

La promozione

Per vendere casa all’estero conta molto la promozione, con l’annuncio che deve essere ben scritto, nei minimi particolari e poi pubblicato in tutti i siti e portali di riferimento. Fate attenzione alle foto, professionali ed accattivanti, realistiche. La descrizione deve essere tradotta e realizzata in modo accurato, con informazioni reali e che possano essere verificate anche dall’estero.

Gli agenti esperti

Molto spesso è meglio farsi affiancare da agenti immobiliari che conoscano bene il Paese nel quale si cerca di vendere. Ricordate sempre che il contatto diretto e senza intermediari è davvero rischioso. L’agente si occuperà della valutazione della casa, della promozione, della negoziazione e delle pratiche sia burocratiche che legali.

La gestione della trattativa

Occorre conoscere le differenze tra i vari Paesi, sia legali che fiscali. Un avvocato può aiutare per stilare il contratto e finalizzare la vendita.

I documenti richiesti a chi compra

Se uno straniero vuole comprare casa in Italia deve avere in regola una serie di documenti: un codice fiscale italiano rilasciato dall’Agenzia delle Entrate. Serve poi il permesso di soggiorno valido per un anno (se si proviene da Paesi extra UE) ed un conto corrente italiano per il pagamento del prezzo dell’immobile, delle spese accessorie e delle imposte.

Cosa non si deve fare per vendere casa all’estero

Come avete visto vendere casa all’estero è un’operazione complessa. Per riuscirci affidatevi ad un professionista, seguite questi consigli ed evitate di commettere alcuni errori. In particolare evitate di:

  • Sovrastimare l’immobile
  • Cercare di vendere con il fai da te
  • Creare annunci con foto brutte o descrizioni non puntuali
  • Tradurre in maniera approssimativa e non preoccuparsi delle questioni legali

Cercate invece di imparare alcune frasi nella lingua locale, conoscere la cultura del Paese dell’acquirente, siate flessibili nella trattativa e rispondete sempre a tutte le domande e se potete assicurate al compratore un servizio post-vendita.

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Nel corso del 2024 si potrà avere ancora accesso ad alcune agevolazioni per la casa, tra cui il bonus infissi. Un’agevolazione, questa, che ha subito qualche novità, che cerchiamo di spiegarvi in questo articolo.

Una possibilità comunque importante per tutti coloro che hanno in mente di ristrutturare casa, magari per venderla, aumentandone il valore.

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Il valore degli infissi nel mercato edile ed immobiliare

Quello degli infissi e dei serramenti in Italia è un settore che in complesso vale più di 7 miliardi all’anno. Un settore che è orientato al made in Italy, visto che nel settore lavorano oltre 22mila aziende specializzate che sono rappresentate dall’Unione Nazionale Industrie delle Costruzioni Metalliche, dell’Involucro e dei serramenti (UNICMI).

Per quanto riguarda l’edilizia residenziale, negli ultimi tempi la domanda per gli infissi è cresciuta del 9%, grazie proprio ai bonus infissi e ad una serie di sgravi fiscali che hanno reso appetibile questa spesa.

Inoltre ci sono oltre 40mila rivenditori, 50mila posatori di pavimenti e tantissimi produttori di legno e alluminio. Insomma il settore va bene, ma molto dipende dalle scelte del Governo.

L’importanza di avere dei buoni infissi

Infissi, serramenti, porte e finestre sono parti importantissime per chi vuole migliorare la casa dal punto di vista energetico, con un minore impatto sull’ambiente. In Italia siamo dei veri e propri maestri nella produzione di parti isolanti.

Gli infissi di ultima generazione aumentano il valore della casa perché:

  • Riducono la dispersione di calore in inverno e di fresco in estate
  • Aumentano l’isolamento termico
  • Riducono i consumi d riscaldamento e di energia
  • Riducono quindi le emissioni inquinanti

Ecco perché le agenzie immobiliari serie valutano tra le prime cose proprio se la casa possiede infissi nuovi, e se quindi l’isolamento termico è garantito.

Il bonus infissi 2024 e le emissioni zero

Il bonus infissi 2024 si inserisce nella strategia europea di puntare alle emissioni zero, il famoso patto Green Deal firmato dai vari Stati.

Se nel 2023 era possibile sostituire infissi, porte, pavimenti e serramenti con il 75% di sgravi fiscali su lavori di ristrutturazione e associati ad abbattimento di barriere architettoniche, nel 2024 non si potrà più includere la sostituzione degli infissi nei lavori che riguardano le barriere. Il bonus infissi 2024 prevede comunque una serie di agevolazioni

  • Bonus al 65 per interventi di riqualificazione globale che interessano anche gli infissi
  • Detrazione del 50% per sostituzione di finestre o portefinestre
  • In caso di riqualificazione totale di villette la detrazione può salire al 65% nell’ecobonus

Serve sempre e comunque una valutazione di un tecnico per certificare il risparmio ottenuto.

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Il territorio tra le città di Macerata e Corridonia è da sempre molto ricercato per chi vuole vivere in una zona tranquilla, in cui trovare ottimi servizi, buone opportunità di svago e un ambiente accogliente.

Se stai cercando di vendere casa a Macerata e Corridonia, la giusta soluzione è quella di affidarti ad un’agenzia immobiliare seria che ti guidi passo dopo passo in tutte le scelte. L’agente immobiliare professionale conosce il territorio, il mercato e sa far coincidere le esigenze di chi vende e di chi compra.

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Come scegliere l’agenzia giusta

Se dovete quindi scegliere l’agenzia giusta per vendere il vostro appartamento tra Macerata e Corridonia, non fermatevi solo alla valutazione della zona in cui ha sede o a quanti dipendenti ha la struttura. Le cose più importanti a cui fare attenzione sono la professionalità e la specializzazione.

Molto spesso è meglio affidarsi ad una piccola agenzia con un solo agente molto capace invece di sceglierne una grande in cui operano molte persone poco formate.

Diffidate poi sempre da quelle agenzie che hanno un portafogli immobili esagerato, perché probabilmente lavorano senza impegno e senza seguire i clienti nella maniera giusta. Lavorano infatti sulla quantità, non riuscendo ad avere una buona percentuale sulla vendita. Queste agenzie cercano incarichi a tutti i costi ed illudono i clienti con valutazioni esagerate. Questo porta un danno al venditore, che non riuscirà a vendere la casa in tempi accettabili, per cui probabilmente si dovrà svendere l’immobile.

Alcune agenzie, infatti, potrebbero usare la tua casa, fuori prezzo, per confrontarla con altre, che preferiscono vendere.


Perché scegliere Immobiliare Serini

L’Immobiliare Serini ha scelto di lavorare in modo diverso, assumendo il giusto numero di incarichi così da seguire i clienti con accortezza e professionalità.

L’agenzia è specializzata nella vendita di immobili residenziali usati e semi nuovi, e così riesce a vendere al giusto prezzo e nel minor tempo possibile, preparando nel migliore dei modi ogni singola vendita, a partire dalla valutazione, passando per la promozione, le visite, la trattativa e la conclusione.

L’agente immobiliare ha un’esperienza ventennale nel settore, ma continua a formarsi con corsi di web marketing e di master nel settore, gestendo poi personalmente ogni incarico.

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Vendere casa a Macerata e Corridonia: ecco come fare con Immobiliare Serini

Abbiamo quindi strutturato un metodo preciso con una serie di punti e di azioni che garantiamo ai nostri clienti. Ecco quello che facciamo per vendere la tua casa:

  • Creazione degli annunci e pubblicazione degli stessi sul nostro sito internet utilizzando lo strumento di Google ADS;
  • Pubblicazione degli annunci nei portali immobiliari più professionali e in tutti i nostri canali social;
  • La posizione della sede della nostra agenzia ci permette di posizionare cartelli e manifesti in vari formati sulla nostra vetrina, proprio su un piazzale molto frequentato e di fronte al tratto stradale più trafficato della Provincia di Macerata;
  • Posizionamento, sugli immobili, di cartelli e locandine chiare e semplici, ma di forte impatto;
  • Controllo sistematico di tutti i potenziali clienti presenti nei nostri database;
  • Collaborazione attiva e costante con ben 19 agenzie immobiliari, 16 studi tecnici ed importanti studi commerciali, legali e notarili;
  • Distribuzione capillare nel territorio di volantini esclusivi e digitalizzati;
  • Pubblicazione degli annunci sponsorizzati con Google ADS e di video drone home tour realizzati sia all’interno che all’esterno delle case, su siti immobiliari, social network, YouTube;
  • Pre-qualificazione e consegna della cartellina dell’immobile ad ogni cliente per invogliarlo all’offerta
  • Creazione di liste broadcast whatsapp altamente mirate;
  • Organizzazione di home staging ed open house

Per cui, cosa stai aspettando? Se vuoi vendere casa a Macerata e Corridonia non aspettare, contattaci subito o passa in agenzia!

 

A partire dal 1° gennaio 2024, la Legge di Bilancio ha apportato diverse novità per il settore dell’edilizia. Molte di queste hanno toccato il Superbonus e coloro che hanno usufruito di questa possibilità.

La novità più importante è che alle plusvalenze che derivano dalla vendita di immobili oggetto di lavori con Superbonus, e venduti entro i 10 anni successivi ai lavori, sarà applicata l’imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito al 26%.

Una durata che è raddoppiata rispetto alle prime bozza, anche se la legge lascia ancora qualche spazio per alcuni casi specifici.

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Tra Superbonus e tasse sulla plusvalenza: ecco le novità

Il Ministro Giorgetti dunque sembra non aver toccato le norme che regolano la cessione del credito, ma come detto nella nuova Legge di Bilancio ci sono misure che riguardano il Superbonus, e soprattutto le plusvalenze derivanti dalla vendita di immobili.

Per le plusvalenze realizzate dalla “cessione a titolo oneroso di beni immobili” entro 10 anni dalla fine dei lavori da Superbonus, si applica l’imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito, di cui all’articolo 1, comma 496, legge 23 dicembre 2005, n. 266.

L’imposta si calcola nella misura del 26%, e vale come detto per i 10 anni successivi alla fine dei lavori, mentre nella prima bozza di testo si parlava di 5 anni.

La manovra ha lo scopo di evitare le speculazioni sulla vendita di edifici che sono stati oggetto di lavori finanziati dallo Stato. La nuova regola è entrata in vigore dal 1° gennaio 2024.

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Novità sui costi inerenti agli immobili

Altra novità è quella sui costi inerenti agli immobili. Nel calcolarli infatti non si considereranno i costi relativi agli interventi di superbonus con agevolazione al 110% se il beneficiario ha scelto la modalità della cessione del credito o dello sconto in fattura. Dopo 5 anni dal termine dei lavori, i costi saranno considerati per il 50% delle spese.

Gli stessi immobili, se costruiti o acquistati oltre i cinque anni dalla fine dei lavori, il prezzo di acquisto o quello di costruzione sarà rivalutato sulla base della variazione dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati.

Le eccezioni

Nel testo della Legge sono previste alcune eccezioni. Sono intanto esclusi gli immobili che si acquistano per successione.

La tassazione poi non si applica alle unità immobiliari adibite ad abitazione principale del venditore o dei suoi familiari per la maggior parte dei 10 anni precedenti alla cessione. Se tra la data di acquisto o costruzione e la vendita sia trascorso un periodo inferiore a 10 anni, il requisito si deve valutare su tale periodo. Così si escludono dall’applicazione dell’imposta sostitutiva le compravendite che non sono dettate da finalità speculative.

Insomma, novità importanti anche per tutte le agenzie immobiliari che hanno per le mani trattative o immobili da vendere ma che hanno magari subito lavori di ristrutturazione da Superbonus. L’agente immobiliare dovrà infatti, nella trattativa e nello stabilire il prezzo di vendita, tener conto della nuova tassazione e delle nuove norme.

 

Per chi deve vendere una casa la scelta dell’agenzia immobiliare seria è sicuramente il primo passo da fare. Nonostante infatti negli ultimi anni alcuni abbiano deciso di puntare su una vendita dell’immobile senza l’aiuto delle agenzie immobiliari, affidarsi ad un vero professionista (agente immobiliare) fa tutta la differenza del mondo.

L’agenzia deve adattarsi alle esigenze del cliente, non è mai il contrario! Vediamo quindi alcuni consigli per scegliere un’agenzia immobiliare seria nel caso in cui stiate decidendo di vendere casa.

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Comprendere il cliente

Come dicevamo, il buon consulente immobiliare è quello che capisce quali sono le esigenze del cliente e cerca di soddisfarle in tutti i modi. In un momento come questo, in cui il mercato immobiliare stenta a riprendere, l’agenzia immobiliare seria fa tutta la differenza del mondo.

Il lavoro di intermediario che svolge l’agente ha un valore inestimabile, che comprenderete magari solo dopo aver venduto la vostra casa. Ecco perché per questo lavoro va considerata una commissione, una percentuale calcolata sulla cifra di vendita della casa.

Le caratteristiche di un’agenzia immobiliare seria

La prima regola per un’agenzia immobiliare è quella di saper accogliere il cliente, prestando attenzione anche ai più piccoli particolari. Chi compone l’agenzia deve essere gentile e disponibile, rispondere subito al telefono e alle email che inviamo.

L’accortezza con la quale si tratta il cliente è il biglietto da visita dei professionisti del settore immobiliare, e ciò può portare anche al famoso passaparola, così potremo consigliarla a parenti ed amici nel caso ne avessero bisogno.

La scelta sui servizi

Le agenzie immobiliari non offrono tutte gli stessi servizi. In questo caso vi consigliamo di scegliere professionisti che sono sul mercato da molto tempo, che abbiano esperienza, e che in qualche modo siano anche certificati per il loro lavoro.

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Un’agenzia immobiliare seria può spesso proporre anche servizi di consulenza completi per acquisto e vendita di immobili. In alcuni casi si possono attivare anche consulenze legali, di costruzione, di ristrutturazione e di gestione del credito.

Le opzioni e il processo di vendita

Molto spesso per scegliere basta dare un’occhiata alla lista degli appartamenti in vendita: se le case non sono di livello accettabile, questo vi farà capire anche il livello dell’agenzia. Nella costruzione delle opzioni e degli annunci, poi, fate sempre attenzione che l’agenzia sia chiara.

Alla prima chiacchierata con l’agente deve essere molto chiaro il processo di vendita, in ogni suo passaggio, così come le cifre di eventuali trattative. Controllate poi sempre, se potete, che tutti i permessi siano a posto, così come il rispetto delle normative.

Altra cosa a cui fare attenzione è l’uso degli strumenti social e internet, che sono la base ormai di questa attività. Valutiamo l’agenzia in base anche a ciò che c’è scritto in rete, facendo delle ricerche. Partite dal sito dell’agenzia e poi dai suoi profili social, per capire anche come lavora sul web. E se necessario spulciamo nei forum specializzati o parliamo con chi ha avuto a che fare con questa agenzia.

 

Se volete acquistare o vendere casa, dovete sapere che ciò a cui state dando il via è una trattativa immobiliare, che può essere più o meno lunga e più o meno difficile. Solitamente al prezzo che si propone viene chiesto sempre uno sconto, ed ecco perché il venditore deve essere pronto a valutare ogni opzione.

Proprio il venditore deciderà infatti se accettare o meno la proposta dell’acquirente: ecco perché si parla di trattativa immobiliare.

La trattativa immobiliare: che cos’è e come funziona

Chi decide di acquistare casa fa solitamente tutta una serie di valutazioni sull’immobile: zona, tipologia, prezzo. In questa fase è sempre meglio farsi aiutare da un professionista, cioè un agente immobiliare esperto che possa guidare l’acquirente nella trattativa.

Anche chi decide di vendere casa ha bisogno di un aiuto da parte di un’agenzia immobiliare, che segue il cliente in tutte le fasi più importanti della trattativa, dalla raccolta dei documenti fino alla negoziazione sul prezzo.

Ricordate che la trattativa immobiliare è una negoziazione vera e propria. Chi acquista ha un budget stabilito e non sempre corrisponde con il valore che il venditore dà alla propria casa. Le valutazioni sul prezzo sono quindi molto importanti, come quelle sulla zona dopo aver visto una serie di annunci.

La trattativa immobiliare comprende anche le fasi del controllo su tutti i documenti e sullo stato dell’immobile: vizi, eventuali condizioni e ristrutturazioni.

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In questa fase della trattativa chi vende casa sceglie un prezzo che considera idoneo per l’immobile, ed attende le proposte di acquisto che poi dovrà valutare.

La vera trattativa immobiliare

Una vera trattativa immobiliare avviene quando si arriva a contrattare sul prezzo. Solitamente il margine è del 5-7% in meno rispetto al prezzo stabilito. Ecco perché solitamente si cerca di aggiungere qualcosa sul valore dell’immobile.

La trattativa è la prima fase della compravendita, quando l’acquirente, in base al prezzo fatto dal venditore, avanza una proposta. In questa fase va ricordato che l’empatia gioca un grande effetto.

Consigli su come affrontare una trattativa immobiliare

Se sei un acquirente, ecco qualche consiglio:

  • Non visitare troppe volte l’immobile, per non mostrare interesse eccessivo
  • Presenta un’offerta ragionevole che si basi sul mercato della zona e sulle condizioni della casa
  • Poni un limite al venditore per l’accettazione dell’offerta (ad es: 5 giorni)
  • Flessibilità sulla consegna dell’immobile e sulla firma del contratto
  • Spiega il motivo della proposta

Per chiudere positivamente una trattativa immobiliare l’acquirente deve avere in mente il suo budget, mentre il venditore sapere sotto a quale cifra non vuole scendere. In queste fasi la prima cosa a cui pensare è comunque la correttezza: fornire informazioni veritiere per evitare conflitti e non detti.

Ricordate che la trattativa è una mediazione tra due interessi in contrapposizione: vendere l’immobile ottenendo il maggior profitto ed acquistarlo con la minore spesa. Ecco perché è fondamentale il ruolo dell’agente immobiliare.

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La contrattazione sul prezzo

In genere la contrattazione sul prezzo si aggira dal 5 al 7%, questo perché chiedere uno sconto troppo elevato non permette di arrivare a chiusura. Solitamente la proposta si abbassa di molto quando il valore dell’immobile è palesemente fuori mercato o quando il venditore ha fretta di chiudere e quindi potrebbe abbassare il prezzo.

Di solito però le agenzie immobiliari serie non prendono mai incarichi quando il prezzo è molto al di sopra di quello di mercato, perché vuol dire perdita di tempo e di denaro.

 

Come tutti saprete, se vi rivolgete ad un’agenzia immobiliare per vendere la vostra casa, dovete mettere in conto che una quota sulla cifra finale di vendita andrà proprio al mediatore (agente immobiliare) che ha concluso l’affare.

Anche la Corte di Cassazione si è espressa in merito, indicando che la provvigione per l’agenzia immobiliare scatta solo nel caso dell’avvenuta vendita, e si calcola sul prezzo finale di acquisto. Il mediatore ha diritto alla provvigione solo nel momento in cui il contratto è eseguito, e quindi la vendita conclusa.

Va quindi inteso come unico vincolo giuridico la proposta preliminare di compravendita che le parti siglano tra loro, mentre non hanno valore le intese parziali.

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Che cos’è la provvigione per l’agenzia immobiliare e a quanto ammonta

La provvigione per l’agenzia immobiliare è la cifra che viene corrisposta all’agente immobiliare per il suo lavoro svolto. Lavoro che inizia con la conoscenza del cliente, con la creazione dell’annuncio e arriva fino alla proposta primaria e alla conclusione della vendita, con la firma di chi vende e di chi compra.

La percentuale della provvigione viene calcolata sul prezzo finale di vendita, dopo che viene siglato l’accordo giuridico finale tra le parti. Va dal 2% e può arrivare fino al 5%. Il mercato però presenta casi con percentuali più basse (1%) o molto più alte (10%).

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La Cassazione e il Diritto di provvigione

Se si sottoscrive una proposta di acquisto non vuol dire che si è concluso l’affare. Come ricorda l’art. 1755 Codice Civile, comma 1, il diritto di provvigione sorge nel momento in cui si è concluso l’affare, cioè quando tra le parti sorge un vincolo giuridico che abilita ciascuna parte ad agire per eseguire il contratto stesso.

Un affare si dice concluso quando si compie l’atto che dà all’agente il diritto di agire per l’adempimento o per il risarcimento.

Il diritto di provvigione non sussiste invece se tra le parti vi è un vincolo che serve solo per dare il via alle fasi successive dell’adempimento. Ciò che vale, dunque, è quanto scritto nella proposta di acquisto.

 

Il preliminare di compravendita è uno dei documenti più importanti quando si vuole vendere o acquistare casa. Chiamato anche compromesso, è il documento attraverso il quale il venditore e l’acquirente si impegnano in maniera vincolante tra loro a portare a termine la trattativa. Dopo di questa fase si passa al rogito, con cui si trasferisce definitivamente la proprietà dell’immobile.

Un documento importante dunque, alla cui compilazione vi accompagnerà l’agente immobiliare. Sono le agenzie immobiliari, infatti, che hanno la maggiore esperienza in questa fase. Ecco perché nella compravendita di un immobile vi consigliamo sempre di rivolgervi a loro.

Nel contratto preliminare di compravendita l’acquirente si impegna a versare la somma finale per l’acquisto dell’immobile, ed anche una somma come anticipo. Il venditore invece si impegna a non prendere accordi con altri e a consegnare la casa libera e sgombra

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Gli elementi essenziali del preliminare di compravendita

Questo documento deve essere chiaramente messo per iscritto e deve contenere alcuni elementi fondamentali. Prima di tutto la proposta di acquisto dell’immobile accettata, comprendente:

  • Il consenso di entrambe le parti
  • I dati relativi all’immobile (descrizione, indirizzo, dati catastali, planimetrie, APE)
  • Il prezzo sul quale ci si accorda
  • Spese condominiali
  • Modalità di pagamento
  • Copia degli assegni
  • Atto di provenienza
  • Informazioni e documenti sulle parti

Ci sono poi una serie di elementi facoltativi che il compromesso può contenere:

  • Delibera del mutuo da parte di un istituto di credito
  • La data entro cui stipulare il contratto di compravendita
  • La cifra della caparra che si sommerà al pagamento finale

La registrazione del compromesso

Il contratto preliminare di compravendita può essere redatto anche dall’agenzia immobiliare, e va autenticato dal Notaio, così da avere tutte le garanzie specifiche. Una volta autenticato bisogna registrarlo presso l’Agenzia delle Entrate, entro 30 giorni dalla sottoscrizione. Nel sito dell’Agenzia si possono trovare tutte le informazioni.

Per la registrazione del documento, che deve essere presentato in duplice copia firmate in originale, ci sono alcuni costi da prevedere:

  • Imposta di registro fissa di 200 €
  • Imposta di bollo di 16 € ogni 4 facciate o ogni 100 righe
  • Imposta di registro proporzionale pari a 0,5 della caparra confirmatoria e al 3% delle somme come acconto di vendita. Questa spesa sarà poi detratta da quella per la registrazione del contratto definitivo

Occorre presentare quindi anche:

  • copie firmate in originale del modulo F24 (con pagamento) e del Modello 69
  • documento d’identità e codice fiscale del richiedente (acquirente)
  • eventuali allegati con relative marche da bollo di 2 euro

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